Avere a che fare con i bambini non è semplice e, per questo, li piazziamo davanti alla TV (nolite iudicare) ma poi finiamo per guardare i cartoni insieme a loro. Così ho riguardato Biancaneve e, alla luce dei miei studi giuridici, posso dire che la graziosa fanciulla l’ha fatta bella grossa (e anche franca!).
Il fattaccio
Quando il Cacciatore la risparmia e le racconta che la Regina vuole ucciderla, Biancaneve fugge disperata nel bosco. Gira e rigira tra uccellini e cerbiatti, fa un mezzo concerto ed è tutto così bello e spensierato. Ma, poi, accade il misfatto: vede una casa, ci entra e… Se ne appropria!
Cosa può succederle? Di cosa parliamo? Parliamo di violazione di domicilio.

La violazione di domicilio
L’istituto è previsto e regolato dall’art. 614 del codice penale e i primi due commi stabiliscono che:
“Chiunque si introduce nell’abitazione altrui, o in un altro luogo di privata dimora, o nelle appartenenze di essi, contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo, ovvero vi si introduce clandestinamente o con l’inganno, è punito con la reclusione da uno a quattro anni.
Alla stessa pena soggiace chi si trattiene nei detti luoghi contro l’espressa volontà di chi ha il diritto di escluderlo, ovvero vi si trattiene clandestinamente o con inganno.”
Andiamo a snocciolare la questione. Soggetto attivo del reato è chiunque, volontariamente e consapevolmente, si introduce nell’abitazione altrui. I soggetti passivi, neanche a dirlo, sono Pisolo, Brontolo & co. La condotta richiesta dalla norma è quella dell’ingresso nell’altrui abitazione, nonché la permanenza nella stessa pur contro il dissenso del soggetto passivo, che definiamo ius excludendi.

Sulla condotta possiamo sottolineare un altro paio di cose che ci torneranno utili dopo. Questa deve essere effettivamente illegittima: non dev’essere giustificata né dal consenso dell’avente diritto (sempre Mammolo & co.), né da altre cause di giustificazione.
La procedibilità
Facciamo un passo indietro. Nel diritto penale la procedibilità indica la condizione necessaria affinché un reato venga effettivamente perseguito dalla legge: in parole povere, se manca questa condizione non succede nulla, non partono nemmeno le indagini!
Ora, alcuni reati sono procedibili d’ufficio, quindi è il pubblico ministero ad agire, e altri sono procedibili su querela: è colui che subisce il reato a fare partire la macchina giudiziaria.
Nel nostro caso, la violazione di domicilio ha una duplice procedibilità:
- è procedibile d’ufficio se viene commessa con violenza sulle persone (tipo Biancaneve che entra armata e minacciosa);
- è procedibile su querela se non c’è violenza.
Ed è proprio così, amici, che Biancaneve la fa franca: entrando pacificamente in casa dei nani la principessa fa sì che il reato sia procedibile solo a querela di parte e non d’ufficio. Quindi, se i nani non la querelano non le può succedere niente. E come potevano farlo dopo che Biancaneve ha rassettato loro tutta la casa?

Un’ultima riflessione
Il fantadiritto è bello perché ci permette di fare quasi sempre una riflessione ulteriore. Se invece i nani, spinti ovviamente da Brontolo, avessero querelato la principessa?
Beh, forse Biancaneve l’avrebbe fatta franca anche stavolta, grazie all’art. 54 del codice penale:
“Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo”
Quindi, almeno secondo me ma potete smentirmi (in tal caso duelleremo e sceglierete voi l’arma), Biancaneve che per sfuggire alla Regina cattiva si introduce nella casa dei nani realizza una condotta pienamente in linea con il codice penale.
Ah, dimenticavo:
E vissero tutti felici e contenti.
Fonti
Dovrei linkarvi il mio manuale di diritto penale ma se volete approfondire il tema della violazione di domicilio, soprattutto alla luce del recente decreto sicurezza, vi consiglio questa pagina di brocardi.it dove troverete approfondimenti e sentenze sull’art. 614 cod. pen.
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Ho 24 anni e studio giurisprudenza. Mi piacciono la filosofia del diritto, la politica e la pizza würstel e patatine. Ah sì, mi piace anche scrivere.
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