Ultimamente non tira una bella aria nel mondo, da qualche mese i leader mondiali preferiscono il Risiko alle orge. Per questo ecco a te buoni motivi cinematografici per continuare sperare che casa tua non diventi Warzone.
Perché la guerra ti fotte il cervello
Da quando è stata industrializzata, la guerra porta l’uomo al massimo grado di alienazione. In contesto bellico, normalmente, il milite si sarebbe limitato semplicemente a non dar per scontato il proprio battito cardiaco, arrivando a far qualsiasi cosa per la per la sopravvivenza, sia essa individuale o collettiva. Ma la guerra contemporanea è ancora più atroce e lobotomizzante, la guerra contemporanea ti fotte il cervello come Corona fotte Fedez.

Da cent’anni circa a questa parte i conflitti sono totalizzanti, senza via di uscita. Fino al XIX secolo la guerra, per quanto traumatica, era inscritta in un tempo e un luogo ben precisi, tipo le battaglie campali di Zama o Waterloo. Ne convieni dunque che la salute mentale di Dimitri, sia egli russo o ucraino, in Donbass, sia molto più a rischio di quella del fante napoleonico o del centurione romano.
Dal XX secolo, infatti, il soldato è costantemente in guerra, le battaglie possono durare giorni, mesi o anni, e anche qualora il tuo esercito avesse conquistato l’obiettivo strategico, il militare è sotto il costante stress ansiogeno di offensive aeree, marittime, o terrorismo. In parole povere tutto l’ordine di senso tipico dello stato di pace viene meno, perché in guerra, malgrado le convenzioni, Hobbes ha ragione, l’uomo diventa lupo, dunque tutto diviene lecito.

PTSD
Ciò, per i reduci dai fronti, i quali in contesto bellico hanno sostanzialmente perso ogni briciolo di umana coscienza, ha comportato conseguenze psichiatriche enormi, tendenzialmente riducibili alla categoria, molto in voga nella psichiatria americana, di disturbo da stress post traumatico: con quale serenità potresti tornare dalla guerra e accarezzare tuo figlio se il mese prima hai visto un tuo commilitone torturare con una cassetta degli attrezzi un appena diciottenne nemico, solo perché parlava una lingua diversa?
Per spiegare le conseguenze della guerra sulla salute mentale ecco a te alcuni consigli cinematografici.
BROTHERS
In quest’ottima pellicola, ispirata all’Odissea, Tobey Maguire (il primo Spiderman per intenderci) interpreta un militare americano dato per morto, che riesce dopo mille peripezie a tornare come reduce dall’Afghanistan. Nel mentre la famiglia del protagonista prova a costruire una propria quotidianità facendo i conti con l’assenza del protagonista. Il ritorno a casa evidenzierà l’incapacità alla vita sociale dei soggetti affetti dal disturbo post traumatico da stress, toccando temi delicatissimi che tengono conto non solo delle problematiche dei reduci, ma anche di chi si ritrova ad accoglierli.

APOCALYPSE NOW
Tratto da un’opera di Conrad, questo film degli anni Settanta indaga la guerra in ogni sua sfaccettatura rifiutando la retorica dei fratelli in armi ed enfatizzando quanto la violenza possa portare gli uomini a picchi di brutalità degna di gironi infernali, di gran lunga peggiori
della visione di una puntata di Italian Shore con tua madre.
Stiamo parlando di un vero e proprio capolavoro. Centrale è la figura di Kurtz, un ufficiale americano fuori controllo, mina vagante, che per i suoi folli comportamenti perde l’appoggio dello stesso esercito a stelle e strisce: interpretato da Marlon Brando, Kurtz esplora l’abisso dell’orrore, costruendo un proprio orizzonte di senso struggente alla guerra. Il trauma della
distruzione porta gli uomini alla follia, una follia razionale, volta a razionalizzare ciò che logica non ha e non può avere.

NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE OCCIDENTALE
Un libro potente, così potente da esser messo al rogo da nazisti, da cui prende spunto una pellicola altrettanto potente. Il film si concentra sul processo di indottrinamento delle giovani truppe e sulla delusione esistenziale di giovanissimi pronti a tutto per la propria patria. La messa in scena riesce a mettere in luce tanto il trauma, la delusione e lo svuotamento esistenziali dei giovani soldati tedeschi costretti a resistere contro i francesi: emerge un quadro tragico, che riduce il protagonista ad un pezzo di carne e sangue, portandolo alla totale derealizzazione e alla perdita di ogni speranza.

Questi tre film sono un appello a ripudiare la guerra, perché purtroppo di cosa voglia dire un conflitto, di cosa significhi ritrovarsi le budella di un tuo commilitone sulle scarpe, di cosa voglia dire avere il costante timore che dal cielo piova una bomba, ne abbiamo perso ogni cognizione. Al fine di evitare di finire al fronte, è necessario educarci alla consapevolezza dell’orrore raggiunto in guerra.
Quindi, visto che i tempi non sono dei migliori, non galvanizzarti all’idea di guidare un carrarmato, guardati sti film, e ricordati al fronte è meglio non andarci, perché in un modo o nell’altro si ritorna morti.
2025-01-31
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