Il recente disegno di legge presentato dal Governo mira a punire con l’ergastolo il femminicidio: viene punito con l’ergastolo chi uccide una donna in quanto donna, chi uccide una donna solo perché è donna. Ma tutto questo ha senso?
L'oppio dei popoli
Meglio essere chiari fin da subito: non ha senso. O, meglio, non ce l’ha per quelli che, con una buona dose di spirito critico, riescono ad ammettere che l’ergastolo non è un deterrente neanche nei sogni più aurei.
Il punto è che il legislatore, ovviamente non solo quello di oggi, mira sempre di più ad ingolfare una macchina, quella penale, che già di suo fa fatica a camminare. Ma, come osserva Giovanni Fiandaca – che molti dei miei compagni di studi ricordano per l’interminabile manuale di diritto penale – puntare sul penale è la scelta più conveniente: zero spese, zero pianificazione e un sicuro accoglimento positivo da parte dell’opinione pubblica, troppo distratta per capire che il carcere a vita non sempre è a vita e che la repressione interviene sempre dopo, ma sempre pronta a commentare con il solito “buttate via la chiave”. E così facendo si sente al sicuro.
Dopo “panem et circenses”, dopo “festa farina e forca”, dopo “la religione è l’oppio del popolo” bisogna trovare un motto simile anche per l’ergastolo: tanto il succo è lo stesso.

Un po' di numeri
Un po’ di numeri potrebbero farti riflettere. Con il potenziamento della macchina penale, con l’ampliamento dell’ergastolo, la gente si sente più al sicuro: il carcere a vita dovrebbe fungere da esempio, soprattutto perché è il suo unico scopo.
Ma come si spiega, allora, che dai 1810 ergastolani del 2021, si è passati ai 1856 del 2022, ai 1866 del 2023, fino ai 1890 del 2024? Insomma, o l’ergastolo non riesce a fungere da esempio oppure bisogna ammettere, come già Camus osservava nel 1957, che chi delinque lo fa senza pensare alla pena; chi compie un crimine si disinteressa totalmente della risposta sanzionatoria.
Tutto questo è tanto più vero se si guarda ai crimini contro le donne. Le percentuali sono stagnate: tra gli omicidi commessi nel 2022, nel 2023 e nel 2024, le percentuali di vittime femminili sono rispettivamente: 40%, 35% e 35%. Se guardiamo poi ai soli omicidi in ambito familiare/affettivo, le percentuali aumentano: 72% nel 2022, 65% nel 2023 e nel 2024.
Davanti a questi dati l’osservazione è semplice: ergastolo o meno i numeri sono e restano alti.

Quindi? Che facciamo?
Beh, bisogna smettere di pensare all’ergastolo – e al penale in generale – come un deterrente: a chi uccide un essere umano non interessa minimamente se passerà tutta la vita dietro le sbarre. Al più gli interessa fuggire, coprire le proprie tracce. Volendo proprio esagerare, se catturato, penserà a come uscire dal processo con la pena più lieve possibile. Ma come potrebbe importargli più di tanto se l’unica cosa di cui veramente si preoccupava l’ha già fatta?
Poi bisogna mettere mano al portafoglio, spendere, investire, e poco importa se si vuole optare per l’educazione affettiva, per progetti di promozione sociale, eccetera eccetera. La violenza di genere è un fatto sociale e chiamare tutto questo patriarcato o in un altro modo cambia poco: la concezione di un sesso sottoposto all’altro è innegabile.
E come fenomeno sociale questo lo vediamo anche nelle piccole cose, come “a ballare non ci vai”, che poi per me sarebbe una benedizione. Quindi? Come si fa? Io opto per la scuola: quale posto migliore che quello dove bambine e bambini sono obbligati a stare fino alla maggiore età?

Insomma, spero tu abbia capito cosa voglio dire: per quanto sia soddisfacente e vendicativo aumentare le pene, per quanto simbolico sia introdurre nuovi reati, senza prevenzione mettere mano al penale lascia il tempo che trova: il conto si presenta sempre dopo aver consumato.
Fonti
Albert Camus, Riflessioni sulla pena di morte;
Per i dati sui condannati ergastolani puoi sbirciare sul sito del Ministero della Giustizia;
Per i dati sui crimini dai uno sguardo ai file sul portale del Ministero dell’Interno.
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Ho 24 anni e studio giurisprudenza. Mi piacciono la filosofia del diritto, la politica e la pizza würstel e patatine. Ah sì, mi piace anche scrivere.
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