Con le ultime modifiche al Codice della Strada, l’Italia sceglie ancora una volta di innalzare le sanzioni per risolvere i propri problemi. Ma siamo davvero sicuri che questa sia una soluzione?

Qualità non quantità.

Dopo i primi mesi a Giurisprudenza arrivai a una chiara conclusione: in un paese normale i miei libri sarebbero lunghi la metà. 

Il motivo per cui i miei libri sono blocchi per piramidi è un fenomeno chiamato inflazione normativa o ipertrofia legislativa e rappresenta la tendenza di uno Stato a produrre una mole infinita di leggi. Le conseguenze non sono positive, tant’è vero che, duemila anni fa, Tacito ha scritto «Corruptissima Repubblica plurimae leges»: più sono le leggi più una Repubblica è corrotta. Se ci è arrivato lui nel secondo secolo dopo Cristo c’è da fidarsi.

1300 pagine di pura bontà (il mio incubo più grande).

Troppe, troppe leggi.

Ora, l’inflazione normativa è presente ovunque, ma l’Italia ci offre la rappresentazione più eccelsa: secondo una relazione del 2007 della Presidenza del Consiglio dei ministri, nel nostro Paese ci sono così tante leggi che è impossibile, addirittura per le autorità, fissare un numero preciso. Le stime, infatti, vanno da 10.000 a 250.000. Per darvi un termine di paragone, dati Ansa alla mano, i nostri vicini francesi hanno solo 7.000 atti normativi, mentre in Germania ce ne sono circa 5.000. 

Ha davvero senso avere tutte queste leggi? Se sono prive di qualità, decisamente no e a tal proposito i problemi si vedono soprattutto nel diritto penale dove, nonostante fiumi e fiumi di leggi, i processi continuano a durare tantissimo. Ma ne riparleremo.

La riforma del Codice della strada.

Vengo alla questione che mi ha fatto sbroccare. Mercoledì scorso (20 Novembre) il Senato ha approvato definitivamente la riforma del Codice della Strada, introducendo multe più alte e ampliando le ipotesi di sospensione della patente per chi usa il cellulare alla guida, per chi si mette al volante ubriaco e drogato e per chi supera i limiti di velocità. 

Voglio aprire una breve parentesi a scanso di equivoci: quanto avete letto e quanto leggerete di seguito non è una rivendicazione del diritto a guidare spulciando su Instagram o sotto effetto di qualche sostanza, che sono problemi gravi e attuali, ma una critica al modo in cui in Italia si tenta di risolvere tali problemi.

Don't drink and drive

Cosa cambia? 

In breve, chi viene colto alla guida con il cellulare si becca una multa da 250 a 1.000 euro più la sospensione della patente. In caso di recidiva la multa sale fino a 1.400 euro e la sospensione si dilata fino a tre mesi. Per quanto riguarda l’alcol le multe diventano salatissime, così come la sospensione sale fino a due anni, mentre per la droga, in caso di positività, scattano immediatamente sospensione e revoca di tre anni. 

Sugli stupefacenti, tuttavia, è sorprendente questo dettaglio: non è più necessario trovarsi in uno stato di alterazione psico-fisica ma è sufficiente un test positivo. Vi faccio un esempio. Andate ad Amsterdam, soltanto il primo giorno mangiate uno di quei muffin che fanno lì e tornate dopo una settimana. Siete lucidi, vi mettete alla guida e vi fermano al posto di blocco: ebbene, se il test risulta positivo perché nel vostro organismo vi sono residui, anche se non siete alterati, scatta immediatamente la revoca della patente. Qui ci sarebbe da fare qualche considerazione giuridica aggiuntiva ma non voglio scendere in pesanti tecnicismi ed è meglio parlarne in un’altra occasione.

Prevenire è meglio che curare.

La protesta dei familiari delle vittime della strada.

La riforma è stata sbandierata come la soluzione ai numerosissimi incidenti stradali, come il mezzo decisivo per salvare vite, ma a me sembra solo l’ennesima trovata propagandistica. A ben vedere, non solo a me: nel giorno dell’approvazione del Senato, davanti a Palazzo Madama si sono riunite alcune associazioni di familiari delle vittime della strada che hanno ribadito un concetto tanto semplice e intuitivo che però è stato tralasciato: questa legge punta esclusivamente a reprimere ma non dice nulla sulla prevenzione, su come educare a non usare il telefono alla guida e a non guidare alterati. Aggiungo un’altra osservazione: se questa legge è l’unica idea per evitare incidenti e morti, allora servirebbero pattuglie e posti di blocco su ogni strada d’Italia, dai viottoli di campagna alle autostrade. Non credo che ciò sia fattibile.

Punire è solo un rimedio a fatto compiuto, si punisce quando la vita di qualcuno è stata già spezzata. Ma siamo seri?

Fonti.

Se avete voglia di approfondire vi lascio qualche link:

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