Ricorre, proprio oggi, 27 novembre, il “compleanno” del Premio Nobel, il riconoscimento più prestigioso che un ricercatore possa ottenere. Devi sapere che Alfred, il padre del Premio, fu un grande paraculo: questo premio, così filantropico, fu inventato, sostanzialmente per ripulirsi la coscienza. Ma andiamo per ordine, non mi piace fare spolier.
La vita sfigata del piccolo Alfred
Alfred nacque a Stoccolma, la capitale della Svezia, dal padre Immanuel Nobel e dalla madre Adriette Ahlsell. Il padre fu un ingegnere e inventore, sostanzialmente un costruttore di ponti e palazzi a Stoccolma; la madre invece faceva la casalinga, però aveva una famiglia ricca alle spalle. Insomma, Alfred nacque sotto i migliori auspici e ricchi natali. Tuttavia, le sfighe per la famiglia iniziarono proprio con la nascita del piccolo: il palazzinaro, infatti, fu costretto a dichiarare bancarotta e a trasferirsi in Russia.
Il padre, dunque, lasciò la povera donna con il piccolo pargolo, che, per assicurarsi che non morisse di stenti, decise di… no, niente drammi o sacrifici umilianti: aprì un negozio di ortofrutta. Sì, hai capito bene, cominciò a vendere la frutta e la verdura, e pare che quest’attività andasse anche molto bene!

Nobel padre va in Russia
Nel frattempo, il padre cominciò ad ingranare con la sua attività a San Pietroburgo, in Russia, lavorando per l’esercito russo. Addirittura convinse lo Zar in persona ad utilizzare le mine navali, per evitare che le navi nemiche minacciassero le città dell’impero. Immanuel da palazzinaro divenne “costruttore” di mine navali, molto rudimentali, infatti, queste erano composte da botti di legno riempite di polvere da sparo.
Tanta la fortuna che ebbe che portò con sé la famiglia in Russia. Qui, il piccolo Alfred fu seguito dai migliori precettori privati che lo condussero verso i sentieri della conoscenza. Pensa che a diciassette anni era già fluente in Svedese, Russo, Francese, Inglese e Tedesco, (mecojoni…). Alfred era anche appassionato di poesia, ma il padre non poteva proprio accettare questa cosa e aveva già deciso per lui che dovesse essere ingegnere (l’equivalente dei nostri poeti che studiavano legge per accontentare i padri). Allora, lo mandò in giro per l’Europa a studiare.
Una maturità... esplosiva
Durante questo suo viaggio studio, un po’ diverso dal tuo Erasmus in Spagna, Alfred si ammazzò di studio e quando arrivò a Parigi cominciò a giocare al piccolo chimico. Qui conobbe diversi studiosi di chimica, in particolare Ascanio Sobrero che poco prima aveva inventato la nitroglicerina.

Ben presto fu richiamato dal padre a lavorare nell’azienda di famiglia che stava anche andando abbastanza bene e condusse degli esperimenti per convertire la nitroglicerina dell’amichetto in esplosivo. Il padre (che comunque secondo noi era un po’ sfigato) poco dopo dichiarò di nuovo bancarotta e tornò a Stoccolma con il figlio, lasciando gli altri due fratelli in Russia a gestire la situazione. Alla fine, gli altri due figli trasformarono l’azienda del papy in un’industria petrolifera.
Il piccolo chimico
Tornato quindi a Stoccolma cominciò a testare la nitroglicerina cercando di renderla meno pericolosa; un giorno, mentre giocava a fare il piccolo artificiere, fece saltare in aria suo fratello. Rip piccolo angelo. Alla fine riuscì, dopo diversi tentativi e un omicidio, a perfezionare l’uso di questo liquido e brevettò la dinamite. Ora, non chiederci come fece perché qua non ci sono ancora chimici in grado di spiegare a “pane e peperoni” il processo di trasformazione. Magari in futuro…
Questa invenzione gli permise di aprire società e laboratori in diverse città europee, come ad esempio Torino. Insomma, si fece bei soldi, alla faccia del padre che ogni due anni dichiarava bancarotta…
Il cambiamento: la paraculaggine
Nel 1888 Alfred fu scosso da due avvenimenti: la morte del fratello e lo scambio di persona che avvenne tra i due giovani. Il fratello, Ludvig Nobel, morì a Cannes, in Francia, e la notizia fu riportata su molte testate giornalistiche, in particolare una, pensando che il morto fosse Alfred Nobel, scrisse «il mercante di morte è morto». Allora, tu immagina un po’, una mattina ti svegli, scopri che tuo fratello è morto e oltre al dolore, ti accorgi che c’è stato uno scambio di persona e che tutto il mondo di considera un pezzo di me… cioè, non una bravissima persona ecco.

Alfred cominciò a preoccuparsi della sua immagine, e maturò l’idea di lasciare un’eredità migliore. Il giorno successivo, di buona leva, sottoscrisse il suo testamento e istituì dei riconoscimenti ai migliori intellettuali e ricercatori: i premi Nobel. Praticamente volle che il suo intero patrimonio venisse utilizzato per premiare coloro che avessero portato a termine delle scoperte che hanno migliorato la vita degli esseri umani.
Il testamento oggi
Sul sito ufficiale del Premio Nobel è riportata anche una parte del testamento, dove è scritto che il capitale deve essere un fondo i cui interessi devono essere distribuiti annualmente in cinque parti uguali: la migliore scoperta o invenzione nel campo della fisica, della chimica e della medicina; nel campo della letteratura, deve essere assegnato a chi ha prodotto l’opera più straordinaria e, infine, il premio deve anche essere assegnato a chi ha tentato di eliminare i conflitti e l’odio tra le nazioni, promuovendo congressi per la pace. Quest’ultimo premio, tra l’altro, è ancora più paradossale! L’inventore della dinamite, arma che diventerà centrale nei conflitti successivi, che vuole premiare chi lavora per la pace!

In conclusione, quindi, che cosa possiamo dire? Che sì, Alfred Nobel è stato un grandissimo paraculo. Tuttavia, è riuscito nel suo intento: oggi, lo ricordiamo perché ha creato questo premio filantropico e non perché ha creato un’arma in grado di uccidere migliaia di persone contemporaneamente (forse anche perché l’uomo, in quest’ambito, si è dato parecchio da fare anche dopo la dinamite di Nobel).
Fonti:
Per approfondire clicca qui.
2025-03-16
Sono fuori di testa ho rapito Aldo Moro
Nel febbraio 2021 Damiano (non più dei Måneskin) cantava (più o meno) queste…
2025-03-04
Esorcismi a Carnevale
Il Carnevale è molto più di una festa: è il mondo che perde se stesso per…
2025-01-24
Garibaldi: sposo per un’ora
Da "eroe dei due mondi" a vittima di adulterio è un attimo: scopriamo insieme…
2025-01-06
La Befana è un essere demoniaco
La Befana, in termini antropologici, è molto più che una vecchia che fa alzare…
2024-12-23
Buon compleanno Gesù!
Per il suo... compleanno, ricostruiamo storicamente la vita di Gesù Cristo:…
2024-12-16
Natale con Stalin: da Troskij a Christian de Sica
Che collegamento ci può essere tra Iosif Stalin, l'assassinio di Lev Troskij...…
2024-11-14
Alla fine, che cos’è l’antropologia?
Da Tylor a Parthenope l’antropologia è uno degli underdog del sapere.…