In occasione del suo compleanno, regaliamo a Gesù (Big J per gli amici) un tentativo di ricostruzione storica della sua vita, compreso il premio “Circonciso più influente degli ultimi due millenni”.
Gesù: una ricostruzione storica
Gesù di Nazareth è senza alcun’ombra di dubbio l’uomo più influente mai nato. Al di là dei concetti religiosi, non si può negare che il figlio di una minorenne mediorientale abbia, volontariamente o meno, ridefinito il canone di civiltà.
Gesù ha permesso al pensiero greco-romano di fondersi con la tradizione ebraica: ideologicamente parlando, è stato per la classe dirigente romano giudaica di III, IV e V secolo quell’amico simpatico che ti garantisce la buona riuscita di un appuntamento con la crush.

Dimmi dove e quandooo
Provare a tracciare un profilo storicamente accurato del Messia è materia complessa, forse il tema più complicato che uno storico delle religioni possa affrontare. Cominciamo dalla cosa più semplice: il luogo, quel martoriato pezzetto di terra fra Giordano e Mar Mediterraneo, nel quale, all’epoca, banalizzando, gli ebrei erano sottomessi all’autorità romana almeno quanto lo è Martina Smeraldi in un coito di gruppo.
La subordinazione delle comunità ebraiche sembra essere una vera e propria costante della storia antica. Dall’Esodo a Masada, passando per Babilonia, gli ebrei hanno dovuto per anni scontrarsi con le varie potenze regionali, interessate ad espandere la propria sfera di influenza in quel sempre pacifico fazzoletto di terra fra Europa, Africa, Mesopotamia e Arabia.
In un popolo sostanzialmente oppresso, divenuto emblema della sopravvivenza, brulicavano figure carismatiche al pari di Beppe Grillo e Maria Sofia Federico, o gruppi estremisti, che nella religione vedevano un catalizzatore politico contro i vari occupanti.

Iesus who?
Per andare a fondo in questa vicenda il dovere di storico ci impone di chiarire il chi. Aprioristicamente, in ottica storica, è impossibile dare per certa l’esistenza di un tale “Iesus Nazarenus”. La confutazione dell’esistenza di un Gesù storico ci porterebbe a problemi storici enormi: qualora non fosse esistito, quale sarebbe dunque la radice storica del Cristianesimo?
Ci viene in soccorso il rasoio di Ockham, ovvero rimanere sul piano descrittivo: un predicatore ebreo di inizio I millennio finito crocifisso e poi deificato è molto probabilmente esistito. Decisamente più complesso è discernere la figura reale da quella religiosa e cultuale. La vera sfida storica e storiografica è stabilire il “come” sia esistito.
Nazarenus?
Nazareno potrebbe non essere un termine d’origine geografica. Se tendenzialmente le fonti tendono a confermare la nascita a Betlemme, sul termine sopracitato i filologi dibattono come Gianni Sperti e Tina Cipollari sulle abitudini sessuali di Gemma Galgani.
In ebraico il termine nazir vuol sostanzialmente dire “consacrato a Dio”. Il termine potrebbe essere poi divenuto nelle trascrizioni greche evangeliche “di Nazareth”. Nazareth sembra limitarsi ad essere stata solo un piccolo centro di pastori, in cui Gesù non avrebbe oggettivamente potuto formarsi: con i pochissimi abitanti era sostanzialmente il più classico dei borghi in provincia di Sassari.

Not Nazarenus?
Sebbene il vangelo parli apertamente di un centro sinagogale nazareno, l’incongruenza di una formazione a Nazareth di Cristo è avvalorata dagli scavi archeologici che non hanno restituito alcuna sinagoga coeva all’età di formazione teologica del profeta. D’altra parte la predicazione gesuana descritta nei vangeli sembra essere molto distante dalle interpretazioni iper-ortodosse del Talmud.
Altri storici mettono in dubbio l’origine umile di Gesù. L’analisi dei testi evidenzia infatti la parentela di Gesù per via materna con un tale Zaccaria, appartenente alla classe sacerdotale di Gerusalemme. La figlia della cugina di Maria, Elisabetta, aveva infatti preso in marito costui, e dal matrimonio sarebbe nato Giovanni Battista. Banalizzando: Gesù aveva uno zio assessore.

Si potrebbe dunque vedere nella predicazione del Battista prima, e del Cristo poi, un tentativo di concorrenza alle calcificate classi sacerdotali e dirigenti del regno di Israele, ed infatti saranno proprio queste ultime a pressare su Roma per la condanna al supplizio del nostro amatissimo circonciso.
Chi è dunque Gesù?
Dobbiamo dirci la verità: il problema storico sulla veridicità del Cristo non troverà mai risposta certa. Il clima preso in analisi ci propone diverse risposte, tutte valide, tutte vane. Storicizzare il personaggio, senza tener conto dei riferimenti politici e culturali delle fonti, farebbe scadere ogni approccio critico in pur evemerismo. Un tale Yeshua è quasi sicuramente esistito, ma resta molto più interessante comprendere la strumentalizzazione del suo messaggio, con i relativi mutamenti semantici della predicazione gesuana ed annesse variazioni della natura cristologica.

Gesù è un enigma, ed enigmatico resterà ogni tentativo di spiegarlo. Ma tuttavia c’è un dato di fatto, egli ha significato più di quanto è stato: c’è un avanti Cristo e un dopo Cristo. Un uomo è diventato storia, leggenda, segnando un punto ideologico di non ritorno.
Senza il cristianesimo il mondo non sarebbe stato quello che conosciamo, non vi sarebbe stato medioevo, comunismo o Islam, tutti fenomeni storici che riprendono il Cristianesimo. Migliaia di anni fa alcuni uomini in Palestina decisero di cambiare il mondo parlando di un uomo, secondo molti figlio di Dio, nato in una stalla, o in una grotta, e quegli uomini cambiarono il mondo più di quanto fece il Messia.
Fonti
- https://www.risorgimentonocerino.it/wp/2024/01/13/gesu-era-un-esseno-secondo-papa-ratzinger-si-scopriamolo-insieme/
- Manuale di Storia Romana, A. Momigliano, A. Mastrocinque, UTET Università, 2016.
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