Immaginate, una sera, di stare a casa a leggere un libro, belli rilassati dopo una giornata di lavoro… e di notare un dettaglio che non vi sembra plausibile. E immaginate che vi smuova così tanto da iniziare a fare calcoli e studi nel tentativo di confermare i vostri dubbi. Ecco, questo è quello che è successo a Samuel Haughton mentre leggeva l’Odissea.
La fisica dell'impiccato
Chi non ha mai letto l’Odissea? Beh, in realtà tanta gente non l’ha letta, ma una volta queste opere erano alla base dell’educazione dei dotti. Pensa che il libro preferito di Galileo era il classico dei classici del suo tempo, l’Orlando Furioso.
Anche un certo Samuel Haughton studiava e leggeva opere classiche. Però, dirai tu, chi è ‘sto Samuel? Finché si parla di Galileo siamo tutti consapevoli delle sue prodezze fra la Luna e Pisa; ma, considerando che Samuel cercò di risolvere un problema legato all’impiccagione, non ci stupiamo se a scuola non se ne parla tanto. Partendo da un passo dell’Odissea (su cui torneremo a fine articolo), Samuel Haughton scrive l’articolo On hanging, stimolato anche da un’esigenza di ordine pratico.

La pacifica Irlanda dell'Ottocento
1866, Irlanda: le esecuzioni capitali sono più frequenti dei compiti in classe fissati dal prof di matematica. I metodi di impiccagione erano infatti goffi e raffazzonati: il condannato moriva dopo un numero inumano di tentativi, in un mare di sangue e sofferenza.

Quella che vedi qui è una delle ricostruzioni più moderne del patibolo: una forca dotata di due pali che sostengono una traversa, innalzati su un palco con botola. Per facilitare la spiegazione però prendo in esame una delle situazioni più primitive in campo di impiccagioni: l’uso di un albero come patibolo. Il condannato, con la corda stretta al collo e legata al ramo d’un albero, veniva fatto cadere da un carro o da una scala. Intorno al 1850 la procedura consisteva in un’ampiezza di caduta del criminale davvero piccola (sui 50 cm) che portava, prima di morire del tutto, a farsi molto male.
Per questo motivo alcuni scienziati dell’epoca si interrogarono su come far soffrire il meno possibile i criminali condannati a morte. Che gentili.
Tra i suddetti, il nostro Samuel introdusse la tecnica del long drop: far cadere la persona da un’altezza maggiore in modo da ucciderla sul colpo. Ma come trovare l’altezza ideale per raggiungere questo obiettivo? Bisogna richiamare alla mente tutte quelle conoscenze su urti, tensioni e forze che hai appreso in un tempo molto lontano (mi raccomando, non ripetere questi esperimenti a casa).
Calcoli brutti (ma semplificati)
Ci interessa capire la logica di tutto questo: Samuel cerca l’altezza in funzione della forza necessaria a far morire istantaneamente il condannato. Hai presente la formula della lunghezza della circonferenza no? Questa lunghezza è proporzionale al raggio tramite una costante di proporzionalità molto interessante, 2π.
Starti a spiegare perché sia proprio così la costante, oltre a non c’entrare nulla con questo articolo, sarebbe lungo e noioso. Ora al tuo formulario aggiungici anche la relazione di long drop: peso del condannato e altezza da cui farlo cadere sono proporzionali, la costante di proporzionalità è 2240. Motivo? Sempre calcoli lunghi e noiosi, per la circonferenza era circa 6.28, per questa strana situazione di morti impiccati è invece 2240. Dai, potrai andarti a vantare davanti all’amico che sa calcolare solo lunghezze di circonferenze e dirgli: «Io so anche come far morire subito un criminale». Sono sicuro la prenderà serenamente.

Quando un nerd legge Omero
Abbiamo detto che quello del fisico irlandese è un articolo sull’impiccagione. Il nostro assolutamente non sadico scienziato studia l’impiccagione a partire dalle procedure passate di questa pratica. E la letteratura è risultata un efficace strumento storico.
Nel ricercare fonti letterarie in cui vengono descritte impiccagioni (che allegria!), Haughton si imbatte nel XXII libro dell’Odissea. In questo libro Ulisse, non contento della appena finita strage dei Proci, giustizia anche 12 povere fanciulle infedeli. Con l’aiuto del figlio Telemaco le impicca brutalmente, tutte insieme: omicidio plurimo insomma.
Nel suo articolo Samuel inizia la sua analisi partendo proprio dallo smontare la descrizione di Omero, dal dire che per come viene descritta, ‘sta cosa di impiccare 12 fanciulle contemporaneamente non se po’ fa. Quindi nell’articolo Haughton prima commenta e fa un’analisi fisica di Omero e solo in un secondo momento passa effettivamente a parlare dell’impiccagione per come era nella sua epoca, fino a proporre la soluzione long drop di cui abbiamo già detto abbastanza (spero).
Insomma: pure quando ci si vuole distrarre da calcoli e formule, ecco che queste ti vengono a cercare anche nei momenti più disparati. È una vita grama, quella di noi scienziati.
Ma come ci piace.

Fonti
Per leggere l’articolo di Haughton clicca qui.
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