Dai racconti brevi nelle Stories di Instagram ai romanzi che simulano il linguaggio social, il web e i social media stanno cambiando il modo di fare letteratura. È questa la morte del romanzo tradizionale? O forse la sua naturale evoluzione?
Le nuove forme narrative
Il romanzo è la forma narrativa più diffusa nel mondo della letteratura. Uno dei suoi punti di forza è la duttilità: il romanzo evolve senza sosta, esplora ogni sottogenere, incoraggia la sperimentazione e, al tempo stesso, diventa tradizione. È il jolly che ti fa fare Burraco e ti fa vincere contro tua zia.
Proprio questa capacità di adattarsi ai tempi ha permesso al romanzo di attraversare la Storia, trasformandosi di pari passo con i cambiamenti culturali e tecnologici. È ciò che accade anche oggi, con lo sviluppo di forme narrative che nascono dal web.

Internet ha portato stimoli inediti, dando vita a narrazioni che si discostano dal romanzo tradizionalmente inteso. Abbiamo testi le cui trame si riempiono di nuove figure professionali, come blogger o influencer, una sperimentazione linguistica che rasenta il linguaggio tagliente e limitato ai 140 caratteri di Twitter, o le fanfiction, storie finzionali ispirate a celebrità (spesso di dubbio gusto).
Di fronte all’impellente avanzare delle suddette sperimentazioni, sorgono spontanee delle domande: il romanzo tradizionale sta morendo? O si sta solo evolvendo, come ha sempre fatto? Prima di darci una risposta, è il caso di esplorare le nuove forme narrative della nostra epoca.
Quella monnezza delle fanfiction
Hope, ragazza di Casavatore, va al college (…di Casavatore?). Ragazza timida e un po’ imbranata, si scontra per sbaglio contro Harry Styles, che non solo parla perfettamente in italiano ma è anche allupatissimo. Tra i due nasce una storia d’amore, una storia fatta di acrobazie sessuali e frasi allusive che farebbero seccare anche l’Oceano Pacifico.
Questa sopra è ahimè una trama-tipo che potreste trovare su Wattpad, un social di lettura lanciato nel 2006 e che ha come obiettivo di base la possibilità di fornire ai lettori e agli scrittori un modo per poter leggere e scrivere in qualsiasi luogo. Ogni utente può scegliere di pubblicare una storia per intero, un capitolo per volta, oppure leggere i vari testi che gli altri utenti pubblicano.

Immaginate di poter avere la possibilità di pubblicare online il romanzo che avete nel cassetto, e di arrivare a un pubblico così vasto da meritare la pubblicazione cartacea. Stupendo! Il sogno di ogni esordiente. Peccato che invece a diventare famosa è stata Anna Todd con quella schifezza di After.
After è una fanfiction, ossia una storia che può avere come protagonista un personaggio famoso, una celebrità, un personaggio di altre serie TV/anime o robe simili. Scritta nel 2015, il romanzo nacque come fanfiction dedicata ad Harry Styles (e già qui mi fermerei). Divenne così famosa da meritare una pubblicazione – dopo le necessarie modifiche – e la scrittrice è arrivata a pubblicare ben 5 libri. Come se non bastasse, nel 2019 e nel 2020 sono usciti due film dedicati ai primi due romanzi della saga. Non li avete visti? Che peccato.
Insta-novels e narrativa breve per il web
Negli ultimi anni, piattaforme come Instagram, TikTok e Twitter hanno dato vita a una forma di letteratura ultra-condensata. Un esempio sono le Insta-novels, ossia romanzi che vengono pubblicati nelle Stories in un’impaginazione creativa o accompagnati da illustrazioni dinamiche.
È il caso della pagina IG della New York Public Library, che nelle Storie in evidenza ha pubblicato alcuni classici della letteratura, inserendo immagini che si spostano di pagina in pagina, dando l’impressione del movimento. È il caso della candela nel racconto A Christmas Carol di Dickens, o lo scarabeo della Metamorfosi di Kafka.
Allo stesso modo, su Twitter si è diffuso un genere di romanzi molto particolare: si parla, infatti, di Twitterature. La Twitterature si compone di vari generi: dagli aforismi (@ahaspel), alla poesia (@GreiderDD), passando per dei veri e propri romanzi scritti in 140 caratteri oppure scritti in più tweet, creando suspense e coinvolgendo il pubblico in tempo reale.

Letteratura e social media: il nuovo linguaggio dei romanzi
I social media hanno influenzato le trame e il linguaggio stesso della letteratura contemporanea. Un esempio è dato da Fake Accounts, il romanzo di debutto di Lauren Oyler pubblicato nel 2021. Nel romanzo, la protagonista è una blogger che nutre qualche sospetto nei confronti del suo fidanzato, Felix. Andando a sbirciare sul suo cellulare, scopre un account Instagram segreto in cui Felix promuove e diffonde teorie del complotto e cospirazioni varie.
Dal punto di vista del linguaggio, c’è una sezione a metà libro in cui la scrittrice simula il linguaggio frammentato e colloquiale tipico di Twitter. Per stessa ammissione della scrittrice, la scelta è legata alla volontà di immediatezza e ironia tipica dei social.
Sempre più libri, inoltre, traggono ispirazione diretta dai fenomeni online: è il caso di Allie Rowbottom, che con il suo romanzo Aesthetica esplora il mondo delle influencer e la pressione dei social media.

I libri ai tempi del BookTok
Abbiamo già affrontato i BookTok in un carosello su IG. Con BookTok ci si riferisce alla community di TikTok dove si parla di libri a colpi di recensioni, meme e canzoni in trend. L’impatto che ha sul mondo editoriale è evidente: autori che diventano virali su TikTok vedono le vendite dei loro libri schizzare alle stelle. È il caso di Madeline Miller e il suo La canzone di Achille (questo, a differenza di After, ve lo consiglio).
Anche i classici vengono riscoperti grazie a queste piattaforme, tornando in classifica dopo essere stati consigliati in un video virale. Questo, però, dovrebbe farci riflettere: se a scuola i ragazzi rasentano interesse per la letteratura ma poi si appassionano a un classico grazie a TikTok, non è che forse non sono i classici ad essere noiosi, ma è il modo di insegnarli che è obsoleto?

No, ChatGPT non è Dostoevskij
Già nel 2023, IlPost sottolineava come Amazon si stesse riempiendo di libri scritti con le intelligenze artificiali. È possibile un futuro in cui il mestiere di scrittore sarà sostituito da un concentrato di algoritmi e Big Data?
No. Stando al suddetto articolo, attualmente le AI non riescono a creare un prodotto che abbia quel “tocco umano”, anzi: secondo alcuni acquirenti i prodotti sono semplici, raffazzonati, a tratti infantili. Eppure, riescono a scalare le classifiche di Amazon grazie alle recensioni fake dei bot. In parole povere: un tizio fa scrivere un libro a ChatGPT, lo spaccia per suo, lo pubblica su Amazon tramite il suo servizio di autopubblicazione, e lo promuove con dei bot che scrivono recensioni entusiaste… usando ChatGPT.

I libri di cui scrive il giornalista de IlPost sono per lo più guide di viaggio, e già fanno pena. Pensate se affidassimo alle AI la stesura di un romanzo o di una poesia. Non voglio che questa sembri la difesa di un laureato in discipline umanistiche che si sta cacando sotto di fronte all’avanzare delle intelligenze artificiali: che le AI siano un prezioso strumento di sintesi e rielaborazione di testi è un dato di fatto, e che il loro uso sia estremamente comodo è indiscutibile. Secondo voi io non ne faccio uso?
Ma un romanzo, o una poesia, hanno un obiettivo che va al di là del semplice “produrre un testo scritto bene”: sono opere d’arte, e come tali non si accontentano di trasmettere un messaggio. In termini più complessi, al senso denotativo (parole che descrivono la realtà) c’è un senso connotativo, l’insieme di tutti quei significati “altri” che fanno godere filologi e storici della letteratura.
Dante mio padre mio fratello mio zio
Se invece volessimo pensare che per scrivere un romanzo basti digitare un prompt e lasciare che un algoritmo produca frasi ben formate sintatticamente, dobbiamo allora accettare un futuro arido di novità e di rielaborazione creativa, un futuro senza un uomo come Dante che, di fronte all’inefficienza del suo linguaggio, si divertiva a creare neologismi potentissimi.
Visto che siamo alle porte di san Valentino, ve ne lascio soltanto uno: «s’io m’intuassi, come tu t’inmii» (Paradiso, Canto IX, v. 81). Intuarsi: entrare in te, entrare nell’essenza dell’altro; ma allo stesso tempo inmii, lasciare che l’altro faccia lo stesso con noi. Lo sentite tutto il genio creativo di chi non si limita a usare la lingua ma la plasma in funzione delle sue necessità metriche e stilistiche, vero? Non mi fate essere noioso.

Conclusione breve perché ho scritto troppo
Di fronte a tutte le novità della nostra epoca, la risposta mi sembra una: il romanzo è più vivo che mai. I cambiamenti possono spaventare, ma il compito di ogni artista è che la tradizione venga messa costantemente in discussione, affinché si possano produrre nuove opere in grado di esprimere i crismi e le novità dei tempi.
Spero di aver fatto il mio, ora vado a scrivere una fanfiction erotica sul Gabibbo. Ciao!
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Il Caporedattore. Classe '00 come la farina. Laureato in Filologia moderna. Mamma dice che sono carino.
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