8 novembre 2020, Juve-Lazio. Quella partita la ricordo come fosse ieri. Mi bastava azzeccare quell’ultimo risultato per incassare la bellezza di 1729 euro… Avevo puntato tutto sull’1 della Juve. Poi, proprio allo scadere del recupero, come una beffa divina, sbuca Caicedo e segna (maledetto…!). Un’altra schedina evaporata sotto i miei occhi increduli. Col cuore a pezzi, giurai a me stesso che non avrei mai più buttato soldi nelle schedine. Così decisi di cambiare vita… e mi lanciai nei Gratta e Vinci.

Il re incontrastato del gioco d’azzardo, il più accessibile, è il mitico Gratta e Vinci. Basta fare un salto in tabaccheria e, se come me sembri un eterno quindicenne, convincere il tabaccaio che sei maggiorenne. Con questo test superato, eccolo lì, finalmente tra le mani, pronto per essere grattato con la dedizione e il vigore di un eroe omerico. Oggi vi racconto di come quel minuscolo rettangolino abbia distrutto la mia vita. Avrei dovuto capirlo fin dall’inizio: giocando, si perde sempre!
Sei curioso, eh? Ecco come, matematicamente, sono arrivato alla canna del gas.
La produzione dei Gratta e vinci
Prendiamo in esame il gioco del “Miliardario”. Ogni volta vengono sfornati 108 miliardi di cartelle (un numero grande quasi quanto i miei debiti, ma ci sto lavorando). Di queste, la casa produttrice ne garantisce ben 26.914.878 vincenti. Un numero talmente grande che chiunque si sente in dovere di tentare la fortuna! Basta fare una divisione ed ecco che salta fuori la “magia”: un biglietto su 8 è vincente. A questo punto, so che già ti stai infilando il cappotto per andare in tabaccheria. Ma aspetta il colpo di scena.
Se un biglietto su 8 è davvero vincente, come ci guadagnano questi?
Io me lo sono chiesto dopo circa 300 cartelle acquistate, giusto per essere cauti. Così, vado sul sito ufficiale del gioco, deciso a trovare la verità, e scopro qualcosa di illuminante (leggi: sconvolgente).

Ecco come funziona davvero la “vittoria”: ogni lotto comprende 13.140.000 biglietti da 5€ (ossia quasi metà dei biglietti vincenti, che ti ridanno giusto il prezzo d’acquisto: una presa in giro), poi 7.200.000 da 10€, 3.060.000 da 15€, 1.800.000 da 20€, 900.000 da 50€, e via di questo passo fino ai premi che contano davvero. Qui le cose diventano rare: 13.500 biglietti da 1000€, e solo 342 da 10.000€. E poi, per la mitica vincita da 500.000€… attenzione, parliamo di 18 biglietti in tutta la galassia dei Gratta e Vinci.
Facciamo un po’ di conti: niente paura, se hai seguito le lezioni della maestra Tina alle elementari sei sul pezzo. Con guadagni per 540.000.000€ e un montepremi di circa 396.540.000€ , alla fine loro portano a casa 143.460.000€ netti.
E noi, invece, portiamo a casa solo la storia da raccontare, e forse anche un po’ di malinconia, ma questa, ahimè, non si gratta via.

Racconti baggianate! Lo zio dell’amico del padre del cugino di mio nonno ha vinto 1 milione di euro
So a cosa stai pensando, quindi non fare il finto tonto. Ora te lo spiego chiaro e tondo: la probabilità di beccare il premio massimo, quei famosi 500.000€, è di 1 su 6 milioni. Tradotto in percentuale? Lo 0,000017%, cioè è 75 volte più probabile essere colpiti da un fulmine. E se ti sembra ancora difficile da visualizzare, facciamo un gioco. Immagina di impilare ogni singolo Gratta e Vinci uno sopra l’altro, creando una torre lunga quanto l’Italia. Ora, la tua missione è trovare quel biglietto fortunato da mezzo milione, un ago in un pagliaio di… 302.073 km² di pagliaio. Missione quasi impossibile, direi.
Se puntiamo a un premio un po’ più “modesto”, diciamo 1000€? Bene, la probabilità è quella di partecipare a due incidenti aerei consecutivi. E sì, siamo proprio in quel regno delle probabilità dove l’impossibile inizia a sentirsi davvero a casa.
Se lo zio dell’amico del padre del cugino di tuo nonno ha vinto 1 milione di euro è solo perché questo evento non è altro che una dimostrazione del teorema di Bernoulli, detta anche legge dei grandi numeri: al tendere ad infinito di una sequenza di eventi casuali, la media dei risultati tende alla loro probabilità teorica.
O forse ti hanno solo raccontato una bugia, e questo zio dell’amico del padre del cugino di tuo nonno neanche esiste.
Fonti
Non ti fidi di me, vero? 🙁 allora puoi approfondire qui.
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Ciao, mi chiamo Massimo... da grande vorrei essere un matematico. Ora mi diverto semplicemente a tartassarti di notizie prendendo spunto dai miei studi. Nel tempo libero bevo succhi a pera!
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