I produttori cinesi su TikTok stanno rivendicano le nostre borse come prodotte da loro, minando al concetto di Made in Italy. Sarà vero, o è una mera guerra mediatica che sta cercando di distruggere la reputazione di una filiera che dovrebbe essere protetta? – sì, più o meno come gli Avengers proteggono la terra e blablabla (non mi piacciono i supereroi).

Ma quindi le borse italiane sono veramente fatte in Cina?

Negli ultimi giorni su TikTok stanno spopolando video di produttori cinesi che mostrano le loro fabbriche, impeccabili, precise, nelle quali vengono prodotte tutte le nostre borse preferite dei nostri brand preferiti. Ma davvero vengono prodotte in Cina? 

Risposta breve: no.
Risposta lunga: la manifattura cinese negli ultimi anni si è specializzata così tanto da riprodurre esemplari così fedeli agli originali da risultare, a un occhio inesperto, quasi indistinguibili.

"gngngn ma sono uguali!!!" no, Francesca, sono diverse

Che cos’è la filiera? Che c’entra con il Made in Italy?

Partiamo con ordine: la filiera è l’insieme di processi produttivi che creano le singole componenti, dalla cui messa insieme otteniamo la nostra borsa preferita.

Per quanto riguarda l’industria alimentare, ad esempio, la filiera è molto trasparente, mentre nel settore moda non è così

Sono i brand stessi, infatti, a non voler mai rivelare aziende, industrie o concerie cui si rivolgono. Probabilmente se ci fosse più trasparenza in questo, sarebbe più semplice per gli utenti diffidare dai duemila video che stanno dilagando online.

ma quello che non sai è che quel maglioncino non è semplicemente azzurro, non è turchese, non è lapis, è effettivamente ceruleo

Ma c’è altro oltre la filiera?

Oltre alla filiera, per sviscerare l’argomento, occorre anche porre l’accento sulla supply chain, una rete di aziende che collaborano per gestire tutti i processi necessari a creare, distribuire e sponsorizzare un prodotto.

Quindi, mentre la filiera riguarda solo le materie prime e la produzione di singole componenti, la supply chain parte dalla filiera stessa per arrivare a strategie di marketing, distribuzione, influencer, bartolini e rappresentanti (tipo quelli della folletto).

In parole povere: 

  • nella filiera ogni azienda lavora autonomamente, producendo gli hardware – sì, quella che tu chiami fibia –, lacci, suole, tacchi; 
  • Nella supply chain tutto questo viene riunito: ad es., Fendi, comprando hardware, cuoio, pagando influencer e corrieri, crea la supply chain.

Produzione o assemblaggio?

Potrebbe sembrare, dunque, che le aziende di moda non producano effettivamente i propri capi e accessori ma si limitino semplicemente ad assemblarli. Questo pensiero è del tutto erroneo: circa il 40% della produzione di beni di lusso a livello mondiale è, a tutti gli effetti, italiana.

Gli addetti ai lavori potete immaginarveli così

Nella maggior parte dei casi, infatti, le borse che vediamo nelle vetrine e non capiamo perché costino migliaia di euro sono frutto di un lavoro artigianale realizzato completamente a mano. È lecito domandarsi come mai la borsa di pelle dell’artigiano non costi tanto quanto quella di un brand famoso. La risposta però è più complessa di quanto si pensi: nessuno di voi sta “solo pagando la marca”.

Possiamo giustificare i costi?

Sì e no. E’ vero che circa il 40% dei beni di lusso a livello mondiale viene prodotto in Italia, ma così escludiamo la restante produzione europea, di cui, per esempio, fa parte Hermès che è tra i brand che produce ancora le proprie borse in Francia, che vengono interamente realizzate a mano da sarti e maestri artigiani.

Ma il pellame e la metalleria da dove provengono? Ecco, rientrando nel turbine della filiera e della supply chain, è indubbio che la pelle di coccodrillo con cui la borsa viene realizzata non possa essere francese: questo esclude che la borsa sia Made in France? Assolutamente no. In ogni oggetto prodotto è normale che ci siano componenti che provengono da tutte le parti del mondo, Cina compresa.

È solo una birkin Himalaya (antonio regalamela)

Hermès produce le proprie scarpe in Italia, ma non è l’unico: tutti i brand italianissimi – e non solo – che conosciamo producono in Italia, questo significa Made in Italy: l’oggetto viene prodotto, cucito e assemblato in Italia.

Questo giustifica i costi? In parte. È molto facile vedere dietro una borsa soltanto una borsa, ma dietro quest’ultima ci sono materiali, importazioni, macchinari, lavoratori, anche se la questione rimane molto delicata: anche nel mondo dell’alto lusso vengono sfruttati ed una maggiore trasparenza della filiera e della supply chain potrebbe essere utile nel risolvere questa problematica. Negli ultimi anni, c’è una maggiore apertura a determinate questioni, tant’è che brand come Gucci hanno già ampiamente preso le distanze da simili realtà.

E i video dei produttori cinesi su tiktok?

L’ho già detto all’inizio, il made in Italy è un’istituzione e dobbiamo proteggerla, invece di credere passivamente a tutto ciò che si vede. Per questo, sarebbe più semplice informarsi: ora non vorrei citare Wanna Marchi, però se non trattate le informazioni con spirito critico fate un po’ quella fine lì.

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