L’intelligenza artificiale (AI) è un’enciclopedia super pompata, ma senza il pensiero umano sarebbe un ferro da stiro con Wi-Fi. Ecco perché la linguistica è tutto.

L’Intelligenza Artificiale parla (ma senza di noi sarebbe muta)

Facciamoci una domanda: perché le macchine parlano? Perché glielo abbiamo insegnato noi. L’AI non ha un’illuminazione mistica, non si sveglia un giorno e decide di scrivere poesie o rispondere alle nostre domande esistenziali. Funziona perché qualcuno, con un cervello vero e non di silicio, l’ha programmata, addestrata, riempita di dati e regole linguistiche. In breve? L’AI è una grandissima enciclopedia, ma senza di noi rimane un oggetto inutile.

Linguistica computazionale: il cervello delle macchine (che non è un vero cervello)

Se le AI sanno mettere insieme le parole senza sembrare ubriache, è merito della linguistica computazionale. Questa disciplina – che sembra una fusione tra uno scienziato pazzo e un professore di lettere – ha permesso alle macchine di comprendere, elaborare e generare il linguaggio umano.

Dai primi modelli fatti di rigide regole grammaticali si è passati alle reti neurali, che oggi analizzano miliardi di parole e si adattano meglio di un camaleonte in un negozio di vernici. Ma attenzione: queste macchine non pensano. Ripetiamolo insieme: non pensano. Macinano dati, fanno statistica, prevedono frasi. È come se leggessero Wikipedia alla velocità della luce: tanta informazione, zero coscienza.

Le AI capiscono il contesto?

…Nì. Una delle sfide più grosse è far capire alle AI che “sei un genio” può essere detto con ammirazione o sarcasmo. Stiamo ancora lavorando su questo. I modelli linguistici più avanzati usano tecniche sofisticate di NLP (Natural Language Processing) e reti neurali chiamate Transformer, ma non sempre afferrano il tono o l’ironia. Quindi sì, possono completare una frase meglio del tuo amico dopo un paio di birre, ma non avranno mai un’opinione propria.

E qui torniamo al punto: le AI sembrano intelligenti, ma la loro “intelligenza” è un riflesso di chi le ha addestrate. In altre parole, sono specchi – e a volte specchi molto stupidi.

L’AI sta cambiando la linguistica? O è il contrario?

Mentre alcuni linguisti si disperano perché le macchine stanno modellando il linguaggio come un software mal configurato, altri stanno sfruttando l’intelligenza artificiale per analizzare le evoluzioni linguistiche su scala globale. Grazie all’analisi di miliardi di testi, possiamo studiare come cambiano le parole, come nascono i neologismi e come certe espressioni muoiono lentamente nell’oblio (addio, “sfitinzia”).

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