Roma si è preparata ad ospitare uno degli eventi più significativi per la Chiesa cattolica: il Giubileo 2025. L’Anno Santo non solo promette di essere una celebrazione della fede, ma si annuncia anche come una vetrina straordinaria di restauro e rinnovamento per la città. E, per la prima volta, ha una mascotte ufficiale: Luce, il volto giovane e speranzoso di questo Giubileo 2025.

Un Giubileo che affonda nelle radici storiche

Quando Dante Alighieri, nel 1300, si dirigeva verso Roma per partecipare al primo Giubileo indetto da papa Bonifacio VIII, la città che gli si presentava agli occhi non aveva nulla a che fare con l’attuale metropoli travolta ogni giorno da un fiume di turisti, venditori di souvenir e autobus che passano una volta no e l’altra pure. Roma, ridotta a poche migliaia di abitanti e ricoperta di rovine, era un vero e proprio cantiere a cielo aperto, un miscuglio di grandezza decadente e rinnovato fervore spirituale. 

Nel 1300, i pellegrini avevano modo di ammirare torri patrizie che, sebbene non più così numerose come nel secolo precedente (per colpa di Brancaleone degli Andalò, che si era preso la briga di demolirle), facevano comunque un gran figurone. Roma era, insomma, un po’ come quelle città che ancora vantano monumenti storici, ma che con la gestione urbana si potrebbe definire “un work in progress”. 

Roma nel Medioevo.

Le meraviglie della Roma del Trecento

Tra le meraviglie che il turista medievale poteva ammirare, c’erano la basilica di San Gregorio al Celio, con il suo pavimento a mosaico che sarebbe stato perfetto per un “check-in” di inizio millennio, o la chiesa di Santa Maria in Domnica, con mosaici di epoca pasquale che avrebbero fatto girare la testa anche ai più critici d’arte di oggi. 

E poi c’era San Stefano Rotondo, una chiesa circolare che, nonostante fosse tutto fuorché moderna, avrebbe sicuramente fatto furore nel cuore del design contemporaneo, dove la pianta rotonda era una vera e propria sfida architettonica per i pellegrini (e, probabilmente, anche per i turisti distratti che non sapevano mai dove andare).

La chiesa di santo Stefano Rotondo. Effettivamente... è rotonda.

Dante potrebbe aver incontrato anche luoghi come la Basilica dei Santi Quattro Coronati, una chiesa fortificata con un chiostro che, oggi, sarebbe forse la location perfetta per un ritiro spirituale all’insegna della tranquillità e della solitudine. Ma non meno affascinante era San Clemente, una chiesa “a più piani” (un po’ come un grattacielo in versione medievale) che raccontava storie di secoli sovrapposti. Senza dimenticare Santa Maria in Aracoeli, sul Campidoglio, che si ergeva con tutta la sua maestosità. E così, mentre il Tevere scorreva tranquillo tra le sue rive, la Roma di Dante sembrava già avere la capacità di incantare i pellegrini.

La chiesa di san Clemente.

Un rinnovamento continuo

Ogni Giubileo è stata un’occasione per migliorare Roma, e quello del 2025 non fa eccezione. Tra gli interventi più significativi in vista dell’Anno Santo c’è la riqualificazione di piazza San Giovanni in Laterano e la trasformazione di zone periferiche come Tor Vergata e Centocelle che ospiteranno eventi di grande portata.

Il cambio della pavimentazione è l'intervento più significativo.

Ma non sono solo i luoghi sacri a essere al centro di un’opera di rinnovamento: l’idea è quella di rendere la città più accogliente, con un’attenzione particolare alla viabilità, dalla pedonalizzazione di via dei Fori Imperiali alla realizzazione del sottopasso di Piazza Pia, che promette di alleggerire il traffico tra Castel Sant’Angelo e Piazza San Pietro (dove, a questo punto, i pellegrini arriveranno più velocemente di chiunque altro).

La serenissima viabilità di Roma.

Se per i pellegrini del 1300 le strade di Roma erano spesso polverose e accidentate, i pellegrini del 2025 troveranno una città completamente rinnovata, con nuove piazze, arterie urbane più fruibili e una metropolitana potenziata. Gli interventi, però, non si limitano al solo aspetto pratico: Roma sarà anche più bella, con il restauro di monumenti storici e nuove aree verdi che renderanno la capitale più vivibile e accogliente che mai, il traffico rimane comunque, è un fenomeno che resiste ad ogni tipo di cambiamento.

Luce: la mascotte che fa tendenza

E se nel Medioevo i pellegrini arrivavano in città con il cuore carico di speranza, oggi anche lo spirito del Giubileo trova una rappresentazione giovane e piena di ottimismo. Luce, la mascotte del Giubileo 2025, incarna questo spirito moderno: una pellegrina con il suo k-way, gli stivali pieni di fango e una croce missionaria al collo, che sembra più pronta a affrontare una giornata di trekking che a compiere un pellegrinaggio. Con i suoi grandi occhi azzurri e un look decisamente contemporaneo, Luce è il simbolo della speranza e della spiritualità di oggi, come se il cammino del pellegrino fosse anche un viaggio interiore alla ricerca di un equilibrio tra fede, riflessione e, perché no? Un po’ di autoscoperta.

Luce <3

Luce è il frutto dell’immaginazione dell’artista Simone Legno, fondatore del brand Tokidoki, che ha saputo mescolare il kawaii giapponese con un messaggio di speranza universale. “Luce è il personaggio ideale per parlare ai giovani, ma anche per raccontare il nostro tempo”, ha spiegato Legno, creando un personaggio pop, colorato e ottimista, perfetto per un Giubileo che, pur restando ancorato alla sua dimensione spirituale, punta a coinvolgere anche le nuove generazioni. Ha già conquistato i cuori dei più giovani, grazie alla sua prima apparizione a Lucca Comics, la fiera del fumetto più importante d’Italia. Chi l’ha vista, giura che è più luminosa di Piazza San Pietro illuminata a festa.

Un Giubileo globale e una Roma da spacchettare

Il Giubileo 2025 non è solo un evento religioso ma un appuntamento globale che richiamerà pellegrini da tutto il mondo. Roma, che già da secoli è il cuore della cristianità, si sta preparando a offrire una versione moderna di sé stessa: una capitale che guarda al futuro senza dimenticare il suo passato glorioso. Con oltre 200 progetti in corso, la città si rifarà il trucco in tempo per l’Anno Santo, con l’obiettivo di regalare ai pellegrini e ai visitatori un’esperienza che sia spirituale, ma anche pratica e moderna. 

Roma, dunque, si prepara a vivere una straordinaria transizione: un passaggio che non è solo materiale, ma anche simbolico, proprio come la Porta Santa che si è aperta simbolicamente quest’anno, per accogliere chiunque varchi quella soglia, in cerca di un po’ di grazia, o forse solo di un po’ di… Luce.

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